domenica 25 novembre 2012

The best extra virgin olive oil in the World, made with the recipe of the ancient Romans



I don’t have to travel far from Rome to find the best organic extra virgin olive oil in the world.
In the land of “Ciociaria”, Frantoio Quattrociocchi of Alatri (FR) holds this prestigious award; and every year, new awards are added to their “showcase of honor”.
The most prestigious award is certainly that of last year (2011), with the crowning at the Flos Olei international competition as the best extra virgin olive oil in the world.
The olive oil, “Olivastro”, by Frantoio Quattrociocchi was determined to be the best out of 624 extra virgin olive oils among different producers from 42 different countries around the world.
The Frantoio Quattrociocchi estate comprises of 52 hectares of olive groves, on which grows 15000 olive trees of different varieties: Olivastro, Moraiolo, Leccino, and Frantoio.
Americo Quattrociocchi, who now heads the family run business, chose organic farming methods for its olives, focusing on the quality and authenticity of the product. 

Since ancient times of olive cultivation by the Romans, the best quality oil was found in the territories of Sibari and Taranto, of Venafro and Ciociaria land, of Sabina and Piceno, in the central and south of Italy. And in the north, they were found along the Ligurian coast.

The Romans used olive oil for seasoning of food, as well as for body care and medicinal purposes.

The best olive oil for food, as written by the Romans (such as Plinio, Columella, Apicio, Marziale, Strabone, and Orazio) , is the green olive oil produced from olives grown in Venafro and in the area in the south of Rome (in present day refers to the Lazio area called “Ciociaria”) which were handpicked while still green and pressed immediately to preserve the aromas, flavors, and nutrients.

Americo Quattrociocchi, combining modern milling technologies with traditional methods of our Roman ancestors, strict discipline of organic farming, brings us back to the culture of our past.

His family has been cultivating olives and producing olive oil since 1888, taking care of every tree on the farm with love and dedication like a devoted parent to their growing children.



Each step along the way is done with care: Hand pruning the trees in February.
Biological treatment with copper and lime (for the elimination of flies, they hang on each plant an envelope containg the male pheromones which attracts and kills them)
Fertilization made exclusively from manure from their barns.
Harvesting the olives by hand to preserve the organoleptic quality of the olives.
Cold pressed within 24 hours of the harvest to preserve the flavor, fragrance, and rich perfumes, and to avoid unwanted oxidation.
Each phase of production is lead by the passion and skill of Americo Quattrochiochhi.
For the “Olivastro” extra virgin olive oil, his goal was to achieve and export the quality of the designation “made in Italy”
I can proudly congratulate him when I see his “Olivastro“ around the world in the finest markets of New York, Tokyo, Moscow, Paris, etc..

It makes me feel at home!

Just a teaspoon of his extra virgin olive oil in my salad and the day smiles back at me!

 ***

Emerald green color.
Intense aroma of grass, green tomato, and almond.
Decided and intense flavor, but delicate on the palate.
Degree of acidity well balanced.
Excellent for seasoning soups.
Enhances the taste of raw vegetables and steamed vegetables.
Delicious flavor used on meat.
I prefer it poured on a slice of bread whit no salt just heated on the grill, served with a glass of white sapid fruity wine, pleasantly effervescent.

Enjoy your meal!

Rome november 25, 2012



 dott. Bartolomeo Roberto Lepori
Association of Journalists - Rome
Card no. 137270
Professional Sommelier A.I.S.
(Italian Association of Sommelier)
Card no. 112666

L’olio extravergine di oliva migliore del Mondo, fatto con la ricetta degli “antichi Romani”


       

Non devo percorrere molta strada da Roma, per trovare il miglior olio extravergine di oliva del Mondo.
Nella terra di “Ciociaria”, il Frantoio Quattrociocchi di Alatri (FR), detiene questo importante riconoscimento, e ogni anno ne aggiunge di nuovi nella propria “bacheca degli onori”.
Il premio più prestigioso è sicuramente quello ottenuto lo scorso anno, con l’incoronazione da parte della guida “Flos Olei”, di miglior olio extravergine di oliva del mondo; ma già nel 2006, l'olio Quattrociocchi, aveva ottenuto il premio quale miglior olio biologico del mondo.
“L’Olivastro” del Frantoio Quattrociocchi ha avuto la meglio su 624 olii, provenienti da frantoi di 42 Nazioni diverse nel mondo.
L’azienda dispone di 52 ettari di oliveto, su cui insistono 15.000 piante di olivo di differenti varietà: olivastro, moraiolo, leccino e frantoio.
Americo Quattrociocchi, ha scelto la coltura biologica per le sue olive, puntando sulla qualità e sulla genuinità del prodotto.

            Sin dai tempi antichi, la coltivazione dell’olivo da parte dei Romani, individuava le migliori qualità dell’olio nei territori di Sibari e di Taranto, di Venafro e della Ciociaria, della Sabina e del Piceno. E al nord, sulle coste della Liguria.
I Romani usavano l’olio delle olive per ogni condimento alimentare, e anche per la cura del corpo e in medicina.
L’olio migliore per l’alimentazione, scrivono i “Romani” Plinio, Columella, e poi, Apicio, Marziale, Stradone e Orazio, è quello ancora verde, prodotto dalle olive della zona di Venafro, sino all’attuale “Ciociaria”, raccolte dalla pianta rigorosamente a mano, e spremute immediatamente, per non disperdere i profumi e i sapori".


Americo Quattrociocchi, utilizzando la moderna tecnologia di molitura, ci riporta alla coltura di un tempo, rispettando un rigido disciplinare di allevamento biologico delle olive, che potremo comparare con gli scritti dei nostri antenati “Romani”.
La sua famiglia produce olio extravergine di oliva dal 1888, e cura ogni pianta del podere, con l’amore e la dedizione con cui un genitore alleva i propri figli.

Potatura a febbraio, fatta a mano. 
Trattamento biologico a base di rame e calce (per l’eliminazione della mosca, viene appesa alle piante una busta contenente Feromone maschile, che attira le mosche e le elimina). 
Concimazione fatta esclusivamente a base di letame proveniente dalle proprie stalle. Raccolta delle olive fatta a mano, per non alterare le qualità organolettiche delle stesse. 
Molitura a “freddo”, entro le 24 ore successive alla raccolta, per non disperdere i sapori, la fragranza, i ricchi profumi, e per non ossidare il prodotto.
Ogni fase di allevamento è seguita con amore e competenza da Americo, che sull’olio extravergine di oliva “Olivastro”, ha puntato per percorrere la strada dell’esportazione della “qualità” made in Italy.
Posso dire con orgoglio, di felicitarmi con lui, quando in giro per il mondo, incontro il suo “Olivastro” nei migliori negozi di alimentazione: New York, Tokio, Mosca, Parigi, e altri ancora.

Mi fa sentire a casa mia!
Basta un cucchiaino del suo olio nell’insalata, e la giornata torna a sorridermi!

Colore smeraldo. Profumo intenso di erba, di pomodoro verde, e un finale di mandorla. 
Sapore deciso ma delicato al palato. 
Grado di acidità molto equilibrato.
Ottimo per condire zuppe e minestre. 
Esalta i sapori di verdure crude e di ortaggi cotti al vapore. 
Delizioso per condire la carne.
Io lo preferisco versato su di una fetta di pane sciapo appena scaldata sulla brace, accompagnato con un buon bicchiere di vino bianco sapido, piacevolmente effervescente.

Buon appetito!


Roma 25 novembre 2012

Bartolomeo Roberto Lepori
O.d.G. Lazio tessera n. 137270

mercoledì 7 novembre 2012

Moscato di Scanzo D.O.C.G.



Un piacevole incontro "diVino" a Roma, nell'Oratorio dell’Arciconfraternita dei Bergamaschi


            Molti di noi, sono abituati a pensare che, per degustare un vino passito di qualità, bisogna ricercare il prodotto fra i vignaioli del sud della “nostra Penisola”; là dove il sole è più caldo, e le uve esaltano la propria componente zuccherina.
Non è così!
Scanzorosciate, un piccolo Comune della Provincia di Bergamo, con appena undici chilometri di estensione, e con circa diecimila abitanti, vanta il primato della più piccola DOCG d’Italia.
Unico “Moscato Passito” italiano a bacca rossa, allevato su un territorio di trentuno ettari.
E’ un’eccellenza del “vino da meditazione”.
Un prodotto di nicchia, con peculiarità uniche e dalla complessa piramide olfattiva e gustativa.
Colore rubino intenso, con toni tendenti all’arancio nelle annate invecchiate.
La spiccata componente glicemica, rende il vino morbido e piacevolmente caldo.
Sono presenti inconfondibili sentori di marasca, di salvia sclarea e di rosa canina.
In bocca il vino accentua le note di confettura di prugna, di frutti di bosco e di miele.
Sentori di spezie, di tabacco, di cioccolato, si presentano, con sottile evidenza, quando il vino è stato deglutito e si asciuga l’arco gustativo.
Forte e piacevole è la mineralità e l’acidità presente nel vino, che ben si abbina alla pasticceria secca e, in alcuni casi, a formaggi erborinati freschi, o non troppo stagionati.
La mia preferenza, comunque, è sorseggiarlo da solo, cercando di cogliere tutti gli aspetti più profondi e più sottili delle note sensoriali espresse.
Il Consorzio per la Tutela del Moscato di Scanzo associa venti produttori.
Tutti orgogliosi di essere interpreti di un “prelibato elisir”.
Il totale della produzione annua è di circa 60.000 bottiglie, da 500 cl.
Ad accogliermi, all’ingresso dell'Oratorio dell’Arciconfraternita dei Bergamaschi, è Francesca Pagnoncelli Folcieri, con il suo vino nel bicchiere, e la gioia di donarmi il piacere sublime di un’incantevole prelibatezza gustativa.
E giù, il primo bicchiere di vino. Degno delle aspettative, e piacevole approccio a un parterre di quindici espositori presenti.
Sì, quindici diversi prodotti in degustazione. Tutti meritevoli di attenzione e di lode, espressione della prestiosa D.O.C.G. delle "colline bergamasche", promossa dall'Assessorato al Turismo della Provincia di Bergamo presso l'Ufficio di Rappresentanza a Roma.
Mentre degusto il secondo bicchiere, mi trattengo a parlare con la Presidente del Consorzio, di Cuni Angelica, con Emanuele Biava e con Giacomo De Toma. Tutti presenti con i propri “gioielli” da assaggiare.
I loro racconti mi trasmettono l’amore per il proprio prodotto, entrando nelle storie personali e nelle diverse fasi di preparazione del “passito”: la raccolta - obbligatoriamente a mano e in piccoli contenitori -; l’appassimento delle uve - in graticci di legno -; la macinazione; la fermentazione; la torchiatura e, poi, l’affinamento in contenitori di acciaio, per ancora due anni.
E giù, anche il terzo bicchiere!
Una curiosità mi assale. Domando loro come sia possibile che un vino che matura in contenitori di acciaio, abbia in sé i sentori terziari, tipici dell’affinamento in legno?
Emanuele mi risponde che, sicuramente, la roccia calcareo-marnosa delle Colline Scanzesi, da loro chiamata “Sass de Luna”, influisce sulle profumazioni del vino e sulla mineralità e acidità del prodotto, ma, sempre a suo avviso, la componente legnosa dei raspi, durante i cinquanta giorni di appassimento delle uve, e, soprattutto, nella successiva fase di diraspatura e di macinazione, aggiunge al passito, tenui, ma percettibili e inconfondibili, sentori del legno.
Giacomo parla del suo prodotto. E’ molto fiero di fornire la “Casa Windsor”.
E bene sì!  la “Casa Reale d’Inghilterra”, sin dal 1850, beve Moscato di Scanzo!
Dopo il quarto assaggio, l’atmosfera fra me e i presenti diventa molto più familiare e confidenziale.
Ognuno di loro vanta una produzione tra le 700 e le 3.000 bottiglie all’anno di questo “prezioso nettare”.
E’ il vino giusto per rendere piacevole un incontro, un’emozione, per condividere con gli amici momenti di gioia e di convivialità.
E’ una scelta elegante, ricercata e di pregio, che garantisce l’eccellenza e l’unicità del prodotto, nel panorama dei vini passiti italiani.
Lasciatevi tentare dall’emozione di questo vino.
Buona bevuta a tutti!


Roma 7 novembre 2012

Bartolomeo Roberto Lepori
O.d.G. del Lazio tessera n. 137270