Belgrado è una città incantevole, dove le abitudini scandiscono la giornata e dove tutto si svolge senza particolare fretta. Attraversata dai fiumi Danubio e Sava si estende in una cornice ricca di verde e di profumi avvolgenti. L’antica Singidunum; così la rinominarono i Romani che la abitarono dalla fine del I° secolo a.C. sino al 395 d.C., quando fu sottomessa al potere di Costantinopoli. L’intero panorama che si gode dalla Torre del Millennio, nel quartiere di Zemun, mostra distintamente le epoche storiche che la città ha vissuto e i diversi rivolgimenti del passato. Ma è durante la notte, e soprattutto nei weekend, che Belgrado si trasforma nella culla del divertimento per i giovani di tutte le Repubbliche dell’ex Jugoslavia, e non solo. Una moltitudine di locali notturni, pub, bar, ristoranti, discoteche, enoteche, cabaret, casinò, offrono musica ed entusiasmo sino alle prime ore del mattino. La gioventù di Belgrado è notoriamente effervescente, creativa e proiettata verso un futuro sempre più hi-tech.
In
questo contesto si è svolta nei giorni scorsi la 5^ edizione della BEOWINE
Fair. Una manifestazione che raccoglie oltre 65.000 visitatori nei quattro
giorni di programma (dal 27 febbraio al 2 marzo) e che ospita oltre 100
espositori di cantine dei Balcani e di diversi altri Paesi, compreso l’Italia. E’
una rassegna che esprime la crescita culturale e qualitativa del vino di queste
Regioni, da sempre ampelograficamente votate alla coltura della vite, ma solo
da qualche anno rigenerate in un’ottica di raffinatezza e di eccellenza
enologica.
Nel
weekend che precede l’evento BEOWINE, ho partecipato, in qualità di giudice, ed
in rappresentanza dell’Italia, alla competizione che assegna i riconoscimenti
ai vini in concorso. Un’esperienza meravigliosa, destinata a lasciare un segno
nel mio percorso di degustazioni e di conoscenza internazionale del vino di
qualità. In un territorio così ricco di acqua, di vegetazione, di minerali, ma
soprattutto esposto a elevate escursioni termiche, il vino assume esaltanti
componenti di gusto e si caratterizza per intensità di profumi, di aromi e di
estratti. La regione della Subotica, nel nord del Paese, al confine con
l’Ungheria, regala interessanti Chardonnay, Rhine Riesling, Pinot Blanc, Muscat
Ottonel, ma anche Merlot, Cabernet Sauvignon, Pinot Noir e Kadarka (Sangue di
Toro, per il suo intenso aroma e colore scuro, tendente al blu). Più a sud,
verso Belgrado, Novi Sad, dove le stesse tipologie di vino assumono toni più
delicati e rotondi nel carattere e nel gusto, ma impongono nei rossi un tannino
più presente e avvolgente. Il Sauvignon Blanc assume un sapore pieno e
caratteristico, con giusta acidità e fragranza. Si distinguono i sentori di
sambuco, di foglia di pomodoro, di bosso, ginestra ed eucalipto. In
particolare, in alcuni, è percettibile l’aroma di pompelmo, del frutto della
passione, della scorza di agrumi, dell’uva spina e della pietra focaia. E, poi,
ancora i territori di Smederevo, Topola, Vinca, Nis Vrsac, Rajac, Zupa, Palic,
Negotin, con i tipici vini Prokupac, Smederevka, Tamjanika (speciale muscat,
vino mezzo dolce straordinario nei sapori di frutta, fiori e spezie), Vranac
(rosso dal profumo intenso di amarene e more e il gusto di cioccolato nero e
caramello), Bagrina (dal colore ramato con sentori di sambuco e di litchi). In
buona sostanza, una “sorpresa” che man mano che assaggiavo i vini ha assunto le
caratteristiche di “realtà vinicola” in un contesto sovranazionale, e che può
contare su nuovi e continui insediamenti di giovani cantine che hanno
abbandonato i retaggi del passato e che con un triplo salto generazionale hanno
prontamente assunto i sistemi produttivi e di allevamento dei Paesi a forte
vocazione vinicola. Le scuole di enologia presenti su tutto il territorio dei
Balcani hanno fatto passi da gigante e sempre più degnamente competono con quelle
europee più avanzate.
A
nome di tutti i vini che ho degustato, e senza per questo sminuirne alcuno,
desidero segnalare due cantine come esempio di professionalità e qualità. La
prima, Vinarija Kovacevic (http://www.vinarijakovacevic.co.rs/),
è la conferma della sapienza di un produttore, Miroslav Kovancevic, che
continua ad investire nel vino alla ricerca dell’eccellenza. Di pregio il suo
Chardonnay e il rosso Aurelius (Cabernet Sauvignon e Merlot). La seconda è la
Vinarija Pusula (http://www.pusula.rs/),
cantina giovanissima, alle sue prime vendemmie, condotta da un’intraprendente e
tenace imprenditrice, Marina Zelenkapic, che già si lascia apprezzare per il
distintivo carattere che ha impresso ai suoi vini. Da seguire l’evoluzione che
avranno nei prossimi anni lo Chardonnay e il Traminac, quando le viti
raggiungeranno la maturazione per esprimere al meglio la loro grande e forte
gradevolezza.
Ringrazio
Belgrado e ringrazio tutti i produttori e gli organizzatori della fiera BeoWine
2014 per aver assunto l’onere e il piacere di divulgare nel proprio Paese la cultura
del vino e il piacere del bere di qualità.
Arrivederci
al prossimo anno.
dott. Bartolomeo Roberto Lepori
Ordine
dei Giornalisti - Roma
tessera
n. 137270
Sommelier
Professionista A.I.S.
Associazione
Italiana Sommelier
tessera
n. 112666
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